La Sposa di Giuni Russo e l’Elogio della Sapienza dal libro 24,1-21del Siracide

“Sei cresciuta come un cedro del Libano
come un cipresso sui monti dell’Ermon
Come un ulivo maestoso in pianura
Sei cresciuta come un platano
Come palma in Engaddi
E le rose in Gerico
E rigogliosa come lampo di fuoco
Fuoco che mi inebria
Sai di cinnamomo mirra onice storace
E fra mille e mille ti riconoscerei
Dimmi anima mia dimmi dove si nasconde
Dov’è l’acqua che disseterà me
Dimmi anima mia il segreto dell’amante
Il segreto che ti lega a me.
Sei più dolce e bella del miele vergine
Ed è profumo il suono del suo nome
Come il sale in Engaddi
Sale come polvere
Sai di cinnamomo mirra onice storace
E fra mille e mille ti riconoscerei
Dimmi anima mia la paura dell’amante
Dell’amante che in me cerca te
Dimmi anima mia come nascere dal niente
Se non ho che te resta con me
Dimmi anima mia come nascere dal niente
Se non ho che te resta con me
Dimmi anima mia il segreto dell’amante
Dell’amante che resta con me”

(G.Russo – M.A.Sisini)

“1 La sapienza loda se stessa,
si vanta in mezzo al suo popolo.
2 Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
si glorifica davanti alla sua potenza:
3 «Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo
e ho ricoperto come nube la terra.
4 Ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
5 Il giro del cielo da sola ho percorso,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
6 Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
7 Fra tutti questi cercai un luogo di riposo,
in quale possedimento stabilirmi.
8 Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
il mio creatore mi fece posare la tenda
e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi in eredità Israele.
9 Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò;
per tutta l’eternità non verrò meno.
10 Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
11 Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
12 Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità.
13 Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell’Ermon.
14 Sono cresciuta come una palma in Engaddi,
come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura;
sono cresciuta come un platano.
15 Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo;
come mirra scelta ho sparso buon odore;
come gàlbano, ònice e storàce,
come nuvola di incenso nella tenda.
16 Come un terebinto ho esteso i rami
e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.
17 Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
18 Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
19 Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi è più dolce del favo di miele.
20 Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
21 Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà”.

(Elogio della Sapienza, Sir 24,1-21)

Giorni di nuova musica senza titolo e senza paura

mani alberoSono giorni senza titolo, notti stellate senza sonno e mattini soleggiati prosperi di sorrisi. Un uragano è piombato dal nulla sradicando piante morte, fiori appassiti e pareti di vento erette su dune di sabbia del deserto.

Ascolto nuova musica che si propaga leggera e infinita lungo questo cammino sconosciuto. Sono piena di vita e gonfia di desiderio. La città morta, puttana ancora una volta, ascolta il mio veleggiare in punta di piedi. Il suo brusio non fa più rumore.

Riscopro la dolcezza del divenire terra che accoglie e tormenta, mentre lavoro di gambe sui pedali della mia bicicletta. Seziono il mio Io ricercando il Sé che alberga in un altro cuore, il quale batte a velocità primordiale sommergendomi le gambe, il viso e la schiena.

Non ho paura. La vertigine ride e si invola insieme a questo nuovo giorno che oramai non mi appartiene.

Senza titolo-3

Santa_Maria_della_Vittoria_-_6

Il corpo stanco freme tra le lenzuola di lino rosso

Mentre la luna splende e riflette il mio bacio sulla tua fronte

“Entra nella mia Anima” ti imploro a mani giunte

 

Mi giro di lato, e offro la mia schiena al vuoto

“Dove sono le tue mani?” ti domando ad occhi chiusi

Affondo prima il naso, poi le labbra dentro il cuscino

E tra le piume aggrovigliate le ritrovo

 

“Accogli il mio viso. Suonami gli occhi, la fronte, le ciglia e le labbra”.

Dalla musica si apre una danza allegra

“Posso succhiarti i polpastrelli danzando?”.